Data di pubblicazione 24 giu 2014
Verso expo 2o15
Ripensare i beni comuni
E’ il titolo della tavola rotonda discussa alla Università Cattolica di Milano al termine della VI° edizione della Summer School 18/21 giugno 2o14 in collaborazione con il MCL.
Ciò avviene a meno di un anno dall’apertura di Expo 2oi5, insieme all’urgenza di fare i conti con le molteplici sfide che l’evento comporta e con le prospettive che esso dischiude. Non si è trattato soltanto della "questione alimentare", dell’imperativo ineludibile di assicurare un nutrimento sano, sicuro e sufficiente per tutto il pianeta. Un tema che sta al centro dell’esposizione universale, però ad esso altri temi si accompagnano e con esso si intrecciano; il cibo infatti esprime culture e identità, tra piacere dei sensi e bisogno di sopravvivenza; ma insieme sollecita a misurarsi con i problemi dell’equità e dello sviluppo, della fame e dell’abbondanza, del rispetto dell’ambiente e della cura dell’umano. Tutti gli illustri docenti hanno presentato dei percorsi aventi l’obiettivo comune del ripensamento dei beni comuni, di quei "beni della terra", di cui la dottrina sociale della Chiesa non cessa di sottolineare la "destinazione universale", e ai quali il magistero di Papa Francesco - e prima ancora la Sua stessa testimonianza - invitano a guardare con rinnovato vigore.
Da varie provenienze quindi si è trasformato un utile dibattito capace di ripercorrere le strade più svariate: dalle relazioni sociali, dall’esperienza della cooperazione del MCL e della Coldiretti, dall’esperienza della microbiologia degli alimenti, passando per il diritto del lavoro si sono messi in luce le positività di ricerche che si augurano tutti possano essere prima di tutti utili al bene comune, ma anche a suggerire competenze a tutti quei giovani che intendono ridare speranza al mondo.
Un lavoro che richiederà costanti aggiornamenti e formazione, in un’ottica di una rinnovata collaborazione con gli Enti Pubblici, puntando sull’informatizzazione dei servizi, una sempre maggiore rapidità di rapporti con gli enti di previdenza, con immediatezza della trasmissione delle informazioni e dei dati e con la conseguente velocizzazione del dialogo e delle risposte, a vantaggio dei lavoratori. ll quadro sociale del Paese in rapido mutamento, la forte presenza di lavoratori stranieri, richiederanno ulteriori adeguamenti legislativi, e questo grazie alla presenza dei patronati sui territorio se ne trova conferma.
Cercherò di riportare le sensazioni che ho desunto sul tema del Decreto Lavoro entrato in vigore: un decreto coraggioso per 36 mesi del contratto a tempo determinato è certamente una novità per il nostro diritto del lavoro, impensabile anche solo un anno fa. E’ una misura di direzione anticiclica, finalizzata ad ottenere qualche risultato in termini di maggiore occupazione o minore disoccupazione nel brevissimo termine.
La Garanzia Giovani è poi un programma che l’1talia non si può permettere di ignorare, non foss’altro per la quantità di risorse che porta in dote (circa 1,5 miliardi).
Cercare lavoro e già un ‘lavoro’ da prendere sul serio. I giovani sono disoccupati? Istintivamente colpevolizziamo subito il funzionamento del mercato del lavoro e la rigidità del diritto del lavoro e ci aspettiamo da questi ambiti la soluzione al problema. Certo non si tratta di settori esenti da colpe, ma molto più urgente e un intervento di miglioramento della qualità della formazione che i giovani ricevono a scuola. Ancora in Italia e tabù parlare di “occupabilita’. Ma e cosi scandaloso chiedere alla scuola (e all’università) di tenere conto dei fabbisogni professionali reali del territorio, nonché di informare i ragazzi e le famiglie delle caratteristiche del mercato del lavoro locale (si chiama ‘orientamento’
In tutto questo si riscontra lo spazio dell’associazionismo del mondo del lavoro: c’è sempre più bisogno di configurarsi come realtà a carattere sociale come è stato determinato anche nelle tesi dell’ultimo congresso MCL, per la responsabilità da adottare, insieme al lavoratore, un fondale elemento di rimotivazione della persona anche e soprattutto in questo momento difficile della nostra storia.