Data di pubblicazione 12 lug 2014
Una storia di immigrazione con ritorno
L'azione del Cefa, ong promossa dal Mcl
Una moglie, una figlia di 18 mesi nata in Marocco, l’affetto dei familiari, un lavoro che sta andando bene, une casa dignitosa e una macchina nuova, comprata qualche mese fa in una concessionaria di Agadir, la città portuale del Marocco meridionale dove è nato e cresciuto.
E’ la nuova vita di Rachid, il più piccolo dei tre fratelli Warir, rientrato nel Paese d’origine il 24 novembre 2012 con un volo diretto Bologna-Agadir, nell’ambito dei programmi di “rientro volontario assistito” dei migranti promosso dal Ministero dell’Interno italiano. (…)
«Ho vissuto tra Forlì e Ravenna per cinque anni cambiando in tutto tre lavori – spiega Rachid – ». (…) Poi l’acuirsi della crisi rende la vita in Italia sempre più difficile. Rachid perde il lavoro e sempre di più si allontana il sogno di portare in Italia la moglie che intanto è in dolce attesa.
«Un giorno all’Ufficio impiego di Forlì ho incontrato una signora di origini marocchine che lavorava lì. Mi ha parlato del programma per il rientro assistito e mi ha consigliato di rivolgermi al Cefa». I volontari dell’ong lo aiutano a fare una scelta importante. Rachid viene inserito nel progetto “Remida”, finanziato dal Ministero dell’Interno italiano e cofinanziato dall’Unione Europea per avviare programmi di rimpatrio volontario assistito per migranti marocchini presenti sui territori delle province di Modena, Bologna, Forlì e Cesena, che intendono ricominciare un percorso di vita nel proprio Paese d’origine.
«Il Cefa ha pagato il mio biglietto aereo e ha sostenuto tutte le spese per l’avvio della mia nuova attività: una piccola azienda di allevamento di pulcini che mi sta dando tante soddisfazioni e spero di trasformare presto in una ditta avicola più grande».
(Laura Malandrino, in “Avvenire” del 1 giugno 2014).